Resta fermo

Non è complicato.
Ci hanno detto di stare a casa, per evitare che il bombardamento faccia crollare il servizio sanitario nazionale.

Sei un dipendente? Rompi le scatole al tuo datore di lavoro, mandagli il decreto dell’8 marzo. Resta a casa, stai buono, e non fare casini. Non ti muovere, non tornare a casa da mammà: ogni volta che ti muovi è un rischio in più che corri tu e fai correre soprattutto ai tuoi amici e congiunti che non corrono la maratona come te. Se c’è uno con l’asma, uno immunodepresso, una nonna che ormai è avanti con gli anni, sono soggetti a rischio: statti alla casa, rischi di più ad andarla a trovare la nonna che a non farlo. Non ci sono scuse, non c’è giustificazione: la paura non giustifica alcun comportamento anti-sociale, come quello di chi ha provato a “scappare” sabato sera da Milano e dal resto delle regioni del nord. Quelli sono i comportamenti che rischiano di far naufragare gli sforzi della sanità pubblica di far fronte all’aumento di pazienti che necessitano di cure.

Sei un datore di lavoro? Permetti ai tuoi dipendenti di usare le ferie se ne hanno, se possibile attivali in smartworking, non farli andare in ufficio. Mi dicono che ci sono molte aziende che si rifiutano di capire, soprattutto qua al nord dove il decreto dell’8 marzo dice chiaramente che dobbiamo stare a casa. Non è complicato: ci hanno detto di stare a casa, stiamo a casa. Altrimenti tra 2 giorni ci militarizzano e facciamo come in Cina. Perderemo fatturato, lo capisco benissimo: il mio lavoro dipende da budget che in queste occasioni vengono subito tagliati. Le aziende non investiranno in comunicazione, tra 6 mesi probabilmente il mio posto sarà a rischio: amen. Qui parliamo di altro.

Stiamo buoni, giochiamo a Risiko e a Destiny, tra 15 giorni se va tutto bene sarà tutto sotto controllo e staremo meglio tutti. Non è la fine del mondo, non è la peste bubbonica, è solo un virus: forza e coraggio. Questo è il momento nel quale veniamo messi alla prova come Paese: siamo capaci di rispettare le regole?

Le trappole della traduzione automatica

Facebook is learning first-hand about the limitations of modern translation technology. The social media firm has apologized after people discovered that that translating Chinese President Xi Jinping’s name from Burmese to English led to him being called “Mr. Shithole” — no, we’re not kidding. The company blamed a “technical issue” for the flaw. It didn’t have Xi Jinping’s name in its Burmese database and made a wild stab at the translation, where it clearly fell apart. Other words starting with “xi” or “shi” also led to “shithole” translations.

Facebook says glitch led to rude translation of Chinese leader’s name

Questo è il motivo per cui servono i traduttori in carne e ossa.

Un passo indietro

Io dico che Amadeus dovrebbe fare un passo indietro.

Ammetto la mia ignoranza

Confesso che non avevo idea del fatto che la finanza “halal” seguisse regole e dettami molto diversi da quelli del capitalismo anarchico occidentale. È una distanza culturale importante, ben descritta in questo articolo.

Il Louvre di Abu Dhabi (Wikipedia)

A questo punto mi toccherà studiare: ma anche prendere in considerazione questo aspetto quando leggo, osservo, ascolto informazioni e notizie relative al rapporto tra Medioriente e Occidente.

Come installare i GMS su Mate 30 Pro in 10 passi

(la recensione completa è su StartupItalia)

La sequenza per installare i Google Mobile Services (GMS) su Huawei Mate 30 Pro la trovi di seguito: ricorda, però, che stai operando al di fuori di ogni forma di garanzia e se mandi il tuo telefono a farsi benedire, o se ti ritrovi le tue foto caricate su Rotten, è perché hai deciso di operare a tuo rischio e pericolo una procedura non documentata e al limite della legalità. Se sei sicuro di quello che stai per fare, procedi.

  1. Rimuovi la SIM dal telefono (se l’hai già inserita)
  2. Ripristina il Mate 30 Pro alle condizioni di fabbrica (nota bene: perderai tutto quanto sul telefono): Impostazioni > Sistema e aggiornamenti > Esegui il reset del telefono
  3. Scarica questo archivio che contiene quanto serve per effettuare l’operazione: HuaweiMate30Pro_GoogleMobileServices .zip
  4. Estrai i file nell’archivio, e piazza le due cartelle risultanti su una chiavetta USB che potrai collegare alla porta USB del Mate 30 Pro (ti serve qualcosa tipo questa o questo: nota bene, non sono link referral e non ci guadagno nulla)
  5. Avvia il telefono, completa il setup iniziale evitando accuratamente di configurare la WiFi, avviare qualsiasi servizio, impostare PIN, password di sblocco, sblocco col viso o l’impronta digitale: il telefono deve restare rigorosamente offline (tutte le configurazioni del caso si possono fare dopo)
  6. Quando sei arrivato alla schermata home, inserisci la chiavetta USB nella porta del telefono e poi ripristina il backup contenuto nella cartella Huawei. Per farlo: Impostazioni > Sistema e aggiornamenti > Backup e ripristino > Backup dati > Memoria esterna > Memoria USB
  7. Sulla prima schermata utile troverai una nuova app con icona con una G colorata e una scritta in cinese: tap (clic, dillo come ti pare) e apri questa app. Il sistema chiede di concedere privilegi di amministrazione: accetta (attiva, consenti) e poi torna alla schermata home (non serve fare altro in quella app)
  8. Individua l’app Gestione file e procedi a installare i pacchetti relativi ai GMS dal 1 al 9: è una procedura che richiede un paio di tocchi per APK, ricordati di consentire l’installazione da fonti esterne e di effettuare un controllo dei file sorgenti. Per individuare i pacchetti dentro Gestione file: Unità USB > gms
  9. Completata l’installazione dei pacchetti collegati al WiFi, procedi sul Play Store e configura il tuo account Google
  10. Procedi a disinstallare l’app col nome cinese, smonta la chiavetta USB, completa la configurazione del telefono (inserisci la SIM, configura impronta, riconoscimento del viso ecc)

Complimenti, ora il tuo telefono è perfettamente integrato nel mondo Google. Al momento l’unica funzione che non è possibile attivare è quella relativa a Google Pay (Huawei Pay arriva a breve).