La verità di Trump su Huawei

La ormai annosa vicenda che vede contrapposti amministrazione Trump e Huawei ricorda molto da vicino quanto dice Han Solo in The Force Awakens: “Same thing that I always do: talk my way out of it”.

Il problema di Trump è che se continuerà a non presentare prove delle sue accuse otterrà solo un risultato: Huawei continuerà a fare affari altrove, e il suo Paese rimarrà ancora più indietro di quanto non sia già sul 5G. Cedendo, in modo forse irrecuperabile, lo scettro tecnologico alla Cina.

La bufala di San Valentino su YouTube

Gira questa fanfaluca sui social, oggi, secondo cui YouTube sarebbe stato fondato proprio il 14 febbraio perché all’inizio era un sito di dating.

È una balla clamorosa, e il racconto su come veramente è nato YouTube l’avevano fatto gli stessi fondatori al TIME qualche anno fa:

No company, of course, is ever founded in a single moment, and YouTube evolved over several months. Chad and Steve agree that Karim deserves credit for the early idea that became, in Steve’s words, “the original goal that we were working toward in the very beginning”: a video version of HOTorNOT.com HOTorNOT is a dating site that encourages you to rate, on a scale of 1 to 10, the attractiveness of potential mates. It’s a brutal, singles-bar version of MySpace, but Karim says it was a pioneer: “I was incredibly impressed with HOTorNOT, because it was the first time that someone had designed a website where anyone could upload content that everyone else could view. That was a new concept because up until that point, it was always the people who owned the website who would provide the content.”

The idea of a video version of HOTorNOT lasted only a couple of months. “It was too narrow,” says Chad. He notes that another early idea was to help people share videos for online auctions. But as the site went live in the spring of 2005, the founders realized that people were posting whatever videos they wanted. Many kids were linking to YouTube from their MySpace pages, and YouTube’s growth piggybacked on MySpace’s. (MySpace remains YouTube’s largest single source of U.S. traffic, according to Hitwise.) “In the end, we just sat back,” says Chad–and the free-for-all began. Within months–even before Lazy Sunday–investors such as Time Warner and Sequoia Capital, a Menlo Park investment firm, began to approach YouTube about buying in. Big advertisers started paying attention in October 2005, when a cool Nike ad-that-doesn’t-look-like-an-ad of the Brazilian soccer player Ronaldinho went viral in a big way on YouTube. Sequoia–which has helped finance Apple, Google and other valley greats–ended up providing about $8.5 million in 2005–just in time for Steve to avoid having to increase his credit-card limit yet again to pay for various tech expenses.

The YouTube Gurus (25 dicembre 2006)

Niente sito di incontri e amori, quindi: semplicemente l’ispirazione come spesso accade era partita da quanto i founder (che all’epoca erano molto giovani) conoscevano bene. E quello citato era tra i primi esempi di sito in grado di ospitare il cosiddetto user generated content.

Miracolo a Shenzhen

Trump fa fuoco e fiamme ma Huawei si consolida come seconda forza (in crescita) del mercato degli smartphone. Nel frattempo UK e UE danno il via libera all’utilizzo degli apparati cinesi nelle reti 5G.

Morale della favola: l’Asia vola verso il 5G, l’Europa prova a tenere il passo, gli Stati Uniti restano indietro.

Giornalettismo luddista d’inchiesta

La puntata di ieri sera di Presa Diretta sull’e-commerce è un ottimo esempio di pessimo modo di fare giornalismo: malafede, logica forzata per dimostrare la propria tesi, evidenza negata pur di demonizzare il “nemico” di turno.

Amazon compra 100.000 veicoli elettrici? Eh sono pochi (quanti ne hanno ordinati altri?). Amazon dona soldi alle scuole? Eh ma uccide i negozi di una cittadina da 4.000 persone. Amazon crea 7.000 posti di lavoro in Italia? Eh ma lo studio americano dice che il commercio tradizionale crea più posti di lavoro (quindi è meno efficiente).

Io vorrei sapere, *per favore*, se la redazione di Presa Diretta è solita cercare il negozio fisico col ricarico maggiore per i propri acquisti, o se invece – come tutti – cerca l’offerta migliore. Ce li vedo ad andare in negozio a dire: “No guardi, non mi faccia lo sconto, preferisco pagare il prezzo pieno per far prosperare il centro storico”.

“Vogliamo fare la battaglia pari”: tasse pari? Ok, però pareggi pure gli investimenti: voglio che pure tu ti doti di veicoli elettrici, che fissi una scadenza per essere carbon-neutral, che mi garantisca gli stessi standard in termini di qualità del servizio e garanzie accessorie. Il motivo per cui perdiamo PIL, competitività, benessere e autorevolezza come Paese è questo nostro aggrapparci al passato, perché noi siamo il paese di Leonardo e Michelangelo: tarpandoci le ali da soli. Vi ricordate l’ipotesi di chiudere Amazon la domenica? E quella di chiudere i negozi nel weekend (con la GDO insorta perché nel weekend produce una percentuale significativa del fatturato)?

Quello in questione è ciò che io chiamo giornalettismo: e non è la prima volta che quella stessa trasmissione, e Report, si comportano così.

Le trappole della traduzione automatica

Facebook is learning first-hand about the limitations of modern translation technology. The social media firm has apologized after people discovered that that translating Chinese President Xi Jinping’s name from Burmese to English led to him being called “Mr. Shithole” — no, we’re not kidding. The company blamed a “technical issue” for the flaw. It didn’t have Xi Jinping’s name in its Burmese database and made a wild stab at the translation, where it clearly fell apart. Other words starting with “xi” or “shi” also led to “shithole” translations.

Facebook says glitch led to rude translation of Chinese leader’s name

Questo è il motivo per cui servono i traduttori in carne e ossa.