Lo stato attuale dei dispositivi per la domotica fai-da-te

Dopo il singhiozzo di Xiaomi ho pensato di ricominciare da capo e migrare tutto su altri device di altro marchio. Ho anche una ragione pratica per farlo: nel mio appartamento ho mescolato lampadine tutte formalmente Xiaomi (Yeelight RGB, Yeelight bianco, Xiaomi-Philips), ma sono costretto a gestirle con due app diverse e per una serie di strani effetti combinati finisco per avere alcune lampade duplicate in Google Home.

Il problema è che non esiste ancora un’alternativa universale in termini di qualità, convenienza, praticità. O sei pronto a spendere tanti, ma davvero tanti euro e punti su un prodotto come le LiFX, oppure se ti butti su altro ti scontrerai sempre con qualche limite.

Un esempio di questi limiti: i sistemi di illuminazione come Philips o Ikea, che formalmente sono entrambi su protocollo ZigBee, richiedono un hub apposito (e proprietario) da acquistare e aggiungere al proprio impianto. Una complicazione, doppia nel caso di Ikea visto che è indispensabile anche un telecomando wireless (da acquistare) per poter configurare la prima volta le lampadine.

La morale della favola è che mi è subentrato lo sconforto: a meno che Google domani non lanci la propria linea di lampadine smart, non credo che cambierò nulla per ora.

Perché la mia lampadina Xiaomi non funziona più con Google Home (UPDATE: ora vanno di nuovo)

La situazione è la seguente: alcuni servizi di smart-home Xiaomi, in particolare quelli che fanno capo alla app Xiaomi Home, da ieri sera non funzionano più nel mondo Google Home.

UPDATE 05/01/2020: Tutto rientrato, ora tutto funziona di nuovo. Evidentemente Xiaomi è stata rapida e ha fornito a Google le risposte giuste.

Quello che è successo è che un utente si è ritrovato sul monitor del suo Nest Hub immagini provenienti da una ip-cam non sua: come sia stato possibile non si sa, l’unica cosa che mi viene in mente è che per qualche motivo la sua ip-cam (comprata su aliexpress) fosse in qualche modo abilitata a una serie di funzioni che possono far pensare alla presenza di una backdoor di qualche tipo – probabilmente messa lì per ragioni di debug e sviluppo. La spiegazione ufficiale di Xiaomi dice che si è trattato di un problema di cache (???). Google, a scanso equivoci, ha reciso il legame tra la sua piattaforma di domotica e quella di Xiaomi fino a data da destinarsi.

Sta di fatto che da ieri ho due stanze che non hanno più la luce smart, e non so se e quando queste lampadire torneranno a essere accessibili a mezzo voce attraverso i miei speaker Google. In più ho anche io una ip-cam Xiaomi: ora sono tentato di spegnerla.

PS: Le mie lampadine Yeelight, che sono sempre del mondo Xiaomi ma fanno capo a un’altra app, funzionano ancora correttamente.