Lo stato attuale dei dispositivi per la domotica fai-da-te

Dopo il singhiozzo di Xiaomi ho pensato di ricominciare da capo e migrare tutto su altri device di altro marchio. Ho anche una ragione pratica per farlo: nel mio appartamento ho mescolato lampadine tutte formalmente Xiaomi (Yeelight RGB, Yeelight bianco, Xiaomi-Philips), ma sono costretto a gestirle con due app diverse e per una serie di strani effetti combinati finisco per avere alcune lampade duplicate in Google Home.

Il problema è che non esiste ancora un’alternativa universale in termini di qualità, convenienza, praticità. O sei pronto a spendere tanti, ma davvero tanti euro e punti su un prodotto come le LiFX, oppure se ti butti su altro ti scontrerai sempre con qualche limite.

Un esempio di questi limiti: i sistemi di illuminazione come Philips o Ikea, che formalmente sono entrambi su protocollo ZigBee, richiedono un hub apposito (e proprietario) da acquistare e aggiungere al proprio impianto. Una complicazione, doppia nel caso di Ikea visto che è indispensabile anche un telecomando wireless (da acquistare) per poter configurare la prima volta le lampadine.

La morale della favola è che mi è subentrato lo sconforto: a meno che Google domani non lanci la propria linea di lampadine smart, non credo che cambierò nulla per ora.